Una ricerca del professor F. Messerli della Columbia University di New York suggerì, molti anni fa, l’efficacia di alcuni polifenoli vegetali ad attività antiossidante nel migliorare l’efficienza cerebrale e quindi le funzioni cognitive. I polifenoli, specie quelli contenuti nel cacao, nel tè verde e nella frutta, preverrebbero il declino mentale negli anziani, demenza inclusa. L’effetto dei polifenoli viene attribuito alla loro capacità di agevolare la funzione delle cellule che rivestono i vasi sanguigni, con la conseguente migliore vascolarizzazione del cervello.
Messerli cercò di documentare queste virtù psico-stimolanti studiando uno degli alimenti più ricchi di polifenoli, il cioccolato, e per valutarne l’efficacia scelse come parametro il numero di Premi Nobel ogni 10 milioni di abitanti, correlandolo al consumo di cioccolato espresso in grammi pro capite per anno in 18 paesi di sei regioni del mondo: Europa, USA, Canada, Sudamerica, Estremo Oriente e Australia.
I risultati segnalarono una “forte associazione” tra consumo annuo di cioccolato e numero di laureati con il Nobel.
“Associazione” non significa di per sé “correlazione causale” e, comunque, essa andrebbe sempre vista nei due sensi: il cioccolato potrebbe potenziare l’intelligenza di chi ne consuma tanto oppure gli scienziati, più informati circa gli effetti stimolanti del cioccolato sulla funzione cognitiva, potrebbero essere più propensi proprio per questo a mangiarne di più. Altra eventuale ipotesi è che un fattore terzo (ad esempio il clima, il reddito medio, le diverse abitudini alimentari) stimoli sia il consumo di cacao sia l’efficienza cerebrale.
Curiosi sono i dati svedesi. In base al consumo di 6,4 kg/anno pro capite di cioccolato, la Svezia avrebbe dovuto “produrre” 14 Premi Nobel ma in realtà ne può vantare ben 32. Il sospetto dei maligni è che la Svezia ponga particolare attenzione ai ricercatori del proprio Paese, mentre i meno maliziosi potrebbero ipotizzare una particolare suscettibilità genetica degli svedesi agli effetti cerebro-stimolanti del cioccolato.
Naturalmente, gli studi retrospettivi servono solo a generare ipotesi che dovranno essere poi validate da studi sperimentali prospettici. Ad oggi, data la mancanza di conferme sperimentali negli ultimi dodici anni, la possibilità di vincere un Nobel mangiando ogni giorno molto cioccolato rimane molto remota. Ci si accontenti dunque delle gioie del palato, senza aspirare al prestigioso Premio.