Lorenzo Sacchetto, manager di 56 anni, alle 5 del mattino del 31 luglio è partito in bicicletta dalla sua casa a Sant’Urbano (Padova) diretto a Roma. Un viaggio di 500 chilometri in 8 tappe per dimostrare che anche con una malattia cronica degenerativa si può continuare a vivere senza limitazioni. Tornato a pedalare dopo l’impianto di elettrodi per la stimolazione celebrale profonda, Lorenzo vuole sollecitare i “colleghi” di sventura a fare altrettanto, a reagire alla malattia. Lo accompagna la moglie Raffaella Roveron, anche lei appassionata di ciclismo.

In Italia si stima che siano dalle 230 alle 280 mila le persone affette da disturbi dovuti alla malattia di Parkinson. È però un numero sottostimato, dal quale sono esclusi i tanti che nascondono la propria condizione a causa di stereotipi e pregiudizi legati alla malattia. Il dato reale probabilmente si avvicina a 500 mila.

A Lorenzo Sacchetto il neurochirurgo Andrea Landi e il neurologo Angelo Antonini dell’Università di Padova hanno impiantato uno stimolatore cerebrale che genera impulsi elettrici comandati da un dispositivo simile a un pacemaker programmabile con un sistema bluetooth. Gli elettrodi sono in grado non solo di erogare impulsi elettrici ma anche di registrare l’attività delle cellule cerebrali ammalate e di correggerne con altissima precisione l’attività riportandola a un livello quasi normale.

L’esperienza di Lorenzo rientra nella campagna #NonChiamatemiMorbo, promossa da Confederazione Parkinson Italia. La campagna intende offrire una visione differente della malattia, raccontando come, dopo la diagnosi precoce, le persone con Parkinson possano continuare una vita di relazioni e attività, mantenendo un elevato livello di qualità e di aspettativa di vita. All’arrivo a Roma, le condizioni di salute di Lorenzo e Raffaella saranno accertate al Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.

Per altre informazioni:

https://www.parkinson-italia.it/

https://nonchiamatemimorbo.info/